Pietro Leemann1961
Nasco a Locarno da Ada e Alfredo, insegnanti e cultori di alimentazione buona e naturale.

Pietro Leemann1962
La famiglia trasloca a Minusio nella nuova casa con grande orto che sarà il primo luogo dei miei giochi, fantastici e immersi nel verde

Pietro Leemann1963
Nasce Anna, sorella minore, assieme a Barbara, di due anni più grande di me diventiamo tre figli diversissimi tra loro. Barbara brillante, io timido, Anna musicalmente molto dotata.

Pietro Leemann1964
Inizio la scuola materna in un asilo di suore. Il primo giorno grandi pianti ma poi la nascita delle prime amicizie.

Pietro Leemann1965
La certezza di essere un’entità, inizia la ricerca della Verità e dei perché con la certezza che quanto non capivo me lo avrebbero spiegato i “grandi”

Pietro Leemann1966
Prima elementare a Tenero, mio padre insegna nella stessa scuola e guida il piccolo bus che porta gli alunni sparsi nella campagna attorno a noi. Ogni cosa è perfettamente al suo posto.

Pietro Leemann1967
I miei compagni si divertono a far del male ai piccoli animali, scopro la violenza sugli altri esseri e mi oppongo. Di nascosto vado dal prete a prendere l’ostia.

Pietro Leemann1968
Dal fratello maggiore di un mio compagno ascolto una canzone dei Beatles, mi sembra che un mondo bellissimo stia nascendo. Prometto ad una mia compagna che la sposerò (poi non l’ho fatto). Da libri ecumenici che mi ha passato mia zia badessa scopro l’esistenza di Dio.

Pietro Leemann1969
Sono un divoratore di libri, mi piace scrivere, mi piace la matematica, imparare è bello! Non partecipo all’ora di religione, lo faccio però da in fondo all’aula, mi piace moltissimo.

Pietro Leemann1970
Mio padre acquista un vecchio carro militare che diventa strumento di gioco e di viaggi, ci costruisce una casetta nel bosco, luogo di avventura a scoprire piccoli animali, radici e a giocare con macchinine e bambole. Nasce Mara, affetta dalla sindrome di down, l’assetto della famiglia si modifica.

Pietro Leemann1971
Iniziamo ad aiutare mio padre nelle sue costruzioni e mia madre, bravissima cuoca, in cucina. Io preferisco aiutare lei, soprattutto a preparare torte. E a mangiarle. Famoso il biscotto arrotolato a orecchia di elefante.

Pietro Leemann1972
Inizio il ginnasio a Locarno, da una maestra ho più maestri che chiamiamo prof, le materie aumentano, quelle che preferisco sono matematica, geografia, scienze e francese. Le bambine iniziano a diventare donne, io rimango bambino.

Pietro Leemann1973
La vita si complica, alcuni compagni iniziano a diventare bulli, le ragazze portano calzoni strettissimi e fanno finta di essere adulte, parlano di aspetti della vita che mi sembrano inutili.

Pietro Leemann1974
In estate assieme a due amici decidiamo di andare ad aiutare in un alpeggio. Scopro un mondo ancestrale che mi sciocca, dobbiamo alzarci prestissimo la mattina, mangiamo poco, dormiamo tutti assieme in una grande stanza. Un’esperienza alla quale non ero preparato e che fa accelerare la ricerca introspettiva, cerco di dare il giusto valore alle cose.

Pietro Leemann1975
Entro in crisi, penso che il mondo sia sbagliato ma non trovo sbocchi. Non ho nessuno per confidarmi, vorrei capirne di più. I miei capelli si allungano e mio rendimento scolastico cala, nascono però delle belle amicizie che mi fanno capire che siamo sulla stessa barca.

Pietro Leemann1976
Angelo Conti Rossini, grande cuoco ticinese, dopo essere stato intervistato da mio padre, viene a mangiare a casa nostra. Lo guardo curioso, è veramente un personaggio straordinario. Per dolce ci porta una bavarese di vaniglia, rimango folgorato, una nuova prospettiva si apre, decido di diventare cuoco.

Pietro Leemann1977
I miei si aspetterebbero un’altra scelta professionale da me, mi chiedono allora di fare uno stage di un mese in un albergo che mi piace moltissimo. Concludo il mio primo ciclo di studi e chiedo ad Angelo di aiutarmi a trovare un posto di apprendistato.

Pietro Leemann1978
Inizio il lavoro a Lugano “Da Bianchi”, un ristorante di cucina tradizionale italiana. Sono contento di essere indipendente. L’ambiente è molto maschile, pur diventando amico di tutti prendo distanza dalle modalità più aggressive.

Pietro Leemann1979
Finalmente leggo quello che mi piace, mi appassiono di fantascienza, inizio a leggere testi di filosofia e di storia della religioni. Vado a conferenza, una con Rita Levi Montalcini a cui domando se secondo lei può esistere un essere superiore all’uomo. Mi risponde di no.

Pietro Leemann1980
Finisco l’apprendistato in continuo crescendo, di conoscenze e di piacere. Vengo soprannominato anima lunga, per la mia altezza e perché ai colleghi racconto aneddoti sulla ricerca spirituale. Mi sento un pesce fuori dall’acqua, sono costretto a mangiare quantità monumentali di carne che non ho ancora smaltito adesso, quello che mi aspetto dalla vita è meno terreno delle avventure sessuali e di gioco che sembrano per loro il centro e il senso di ogni attività.

Pietro Leemann1981
Servizio militare sul Monte Ceneri, dichiaro che non voglio il fucile allora mi viene data la pistola, ai tiri al bersaglio obbligatori faccio apposta a sparare storto per non essere costretto a fare carriera. Nonostante questo vengo scelto per diventare caporale, ciò significa 4 mesi ulteriori di servizio. Per evitarlo invento una storia strappalacrime, con il senno del poi avrei preferito fare l’obbiettore di coscienza. Stagione a S. Moritz, al Corviglia dove imparo la cucina tradizionale francese. Carne, pesce, carne, per fortuna molti dolci che mangio in abbondanza, ciò mi salva dalla depressione, non è la cucina che desidero.

Pietro Leemann1982
La stagione estiva a Montreux, lavorare in albergo è una passeggiata rispetto ai ristoranti, mi rilasso così tanto che non mi piace, ho tempo però per dedicarmi ai miei studi. In autunno mando un curriculum da Girardet, considerato allora il miglior rappresentante di “nouvelle cuisine”, grazie all’aiuto di Conti Rossini vengo accettato nella brigata di 24 persone.

Pietro Leemann1983
Anno all’insegna della grande cucina, il miglior ristorante in assoluto dove ho lavorato (dopo il Joia naturalmente!). Imparo il rigore, a non sbagliare mai, a voler sempre far meglio; come tutti i colleghi pratico molto sport, una scuola di cucina e di vita che mi segna profondamente e che mi rende professionalmente solido. Straordinaria la figura dello chef, Jean Michel Colin, esigente ma pacato, di grande spessore introspettivo. Scopro che ci interessiamo degli stessi libri, da lui imparo la ponderatezza anche nei momenti di maggiore stress.

Pietro Leemann1984
Dopo quell’esperienza mi prendo tre mesi sabbatici, per riposarmi dallo strapazzo, per mettere a fuoco quanto acquisito e per studiare. Il tempo di farlo nelle grandi brigate è davvero poco. Inizia a delinearsi ciò che desidero, una cucina buona e con cultura. A marzo entro nella brigata di Gualtiero Marchesi in via Bonvesin de la Riva. Una cucina più immediata di quella di Girardet ma meno rigorosa. Il rigore è la base della cucina di qualità, cerco allora di portare quanto appreso, con successo. Marchesi è una persona straordinaria, gentiluomo, di cultura, per il rispetto verso ognuno di noi. Passo con lui bellissime giornate a fantasticare sull’evoluzione della cucina, a collegare il presente alla cucina. Un vero maitre a penser.

Pietro Leemann1985
Nuovi mesi sabbatici, nella baita in montagna dei miei genitori, ho imparato molto e ho bisogno di riflettere. Mi trasferisco a Ginevra e vengo assunto dall’hotel Richmond. Lo chef è uno straordinario allievo di Michel Guerard, uno dei padri fondatori della nouvelle cuisine. Rimango 6 mesi il tempo per guadagnare un po’ di soldi e dedicarmi alla mia ricerca. Divento vegetariano, frequento gruppi cristiani, mi iscrivo come esterno a corsi di filosofia e di psicologia all’università di Ginevra. Ho il dubbio che avrei potuto non smettere di studiare, l’ambiente universitario mi piace molto e mi sembra di capire come gli altri capiscono. Soprattutto sto bene in un ambiente di persone che pensano. Per la prima volta divento vegetariano, colgo che si tratta dell’evoluzione dell’alimentazione, verso se stessi e verso il pianeta.

Pietro Leemann1986
L’occidente, i suoi modelli filosofici e la sua cucina mi stanno stretti. Il pensiero positivista pervade ogni comportamento ed è sempre criticabile, si mangiano le stesse cose a Parigi, Milano o Monaco. Scopro la cucina cinese e giapponese che però non capisco. Mi interesso di buddismo leggendo testi che ne parlano ma non lo capisco. Decido allora la grande avventura, racimolati un po’ di soldi parto per l’oriente. Quello che trovo è completamente diverso da ciò che mi aspettavo, un conto è leggere e fare voli pindarici, un conto è vivere una realtà. Passo un anno molto nutriente in Cina dove studio lingua, cucina e cultura. Pratico il Tai Chi che diventa il mio primo strumento di meditazione.

Pietro Leemann1987
Vengo assunto in Giappone dalla Scuola Tsuji di Osaka dove insegno cucina italiana e francese. Vengono a dimostrare i maggiori chef francesi, cinesi e giapponesi con i quali ho degli scambi straordinari. Mi rendo conto che ci sono modelli alimentari e filosofici di grande spessore, la realtà di prima diventa riduttiva, un nuovo mondo si apre. Studio, rifletto, frequento monaci e missionari cristiani, inizio la pratica del Kendo che ben rappresenta lo spirito del Sol Levante. Divento più introspettivo, metto a fuoco i miei desideri che diventano i miei obbiettivi, faccio delle scelte che determineranno il proseguimento della mia vita.

Pietro Leemann1988
Devo decidere se rimanere in Oriente o se tornare a casa. Non è facile, ciò che sto vivendo è straordinario, ogni giorno studio, pratico, scopro il nuovo, ho molti amici. Il rischio, o presunto tale, è di rimanere in oriente per sempre. Ho scoperto molto e mi piacerebbe trasmetterlo all’occidente. Decido di tornare passando dalla Cina, attraverso piazza Tian An Men in rivolta, per pochi soldi compero un biglietto del treno che mi riporta in Europa passando dalla Siberia lungo il lago Bajkal, Mosca dove i ristoranti emergenti sono nascosti in vicoli per non dispiacere al regime, la Polonia dove la neve si è sciolta, i campi di grano sono già alti e grandi cervi corrono accanto alla ferrovia. Passo il confine a Berlino dove il muro era ancora in piedi e dove vengo controllato da capo a piedi.

Pietro Leemann1989
Torno a lavorare con Gualtiero Marchesi, lo aiuto ad organizzare i banchetti per Bulgari in giro per il mondo, scrivo per riviste del settore, intervisto cuochi e pasticceri, sono consulente di ristoranti che aprono o che vogliono migliorare. Il livello di tutto però non mi soddisfa, posso esprimere ciò che ho appreso in quantità infinitesimale. Nonostante sia molto libero è un vivere che mi sta stretto. A luglio vengo contattato da un gruppo di amici lungimiranti (Raimondo, Luca, Alberto, Nilde, Anna, Laura e Nicla il gestore responsabile) che vogliono partire con una sfida tutta vegetariana, il Joia. A settembre si inizia, io prima come consulente, poi entro in società, poi inizio a lavorare a tempo pieno.

Pietro Leemann1990
Con Nicla rileviamo la gestione del ristorante che fa fatica a decollare. Le mie idee sono molto avanguardiste, nascono “omaggio al surrealismo” che sta in menu 6 mesi ma non è capito, “colori, gusti e consistenze “ che diventa il piatto simbolo del Joia. E’ straordinario esprimermi senza utilizzare carne e pesce. Nel tempo libero insegno Tai Chi e studio.

Pietro Leemann1991
Pubblico il primo libro, “Alta cucina vegetariana”. Il ristorante comincia a farsi conoscere, partecipiamo a Saperi e Sapori di Igles Corelli, nella cena assieme a noi cucinano Alain Sanderens, Iginio Massari e Alain Chapel, il grande cuoco scomparso che avevo conosciuto in Giappone. La cucina in Europa si assomiglia tutta, decido di smettere di leggere libri che ne parlano e di creare senza influenze esterne. Con Nicla formiamo una coppia, sul lavoro e nella vita, entro a far parte della sua famiglia.

Pietro Leemann1992
Dalla mia esperienza cinese, dove tutta la cucina vegetariana gioca sull’imitazione della consistenza della carne e del pesce, nascono piatti che vogliono imitare la carne, il pollo di patate, l’arrosto vegetariano, il filetto di olive. Invento piatti che attirano anche un pubblico più carnivoro che ha modo così di avvicinarsi ad una cucina altrettanto buona ma più etica e più sana.

Pietro Leemann1993
Progetto i gusti che diventano il filo conduttore e il carattere del Joia fino ad oggi. Il pesto leggero, le melanzane affumicate, il curry ingentilito, il tortino di cioccolato, la meringa al vapore, il pesto di avocado e verdure. Nascono nuovi piatti storici come il chocolat du chocolat, riso basmati e zizania convivono? Un nuovo corso inizia

Pietro Leemann1994
Nasce “dolcezza a strati”, “banana di mandorle con banana”, zuppa di agrumi all’orientale. La cucina si nobilita, spero di ricevere la prima stella quell’anno, è ancora prematuro. Il ristorante però ha successo, facciamo 60 coperti ogni sera, in cucina siamo in tre e corriamo. Le guide ci premiano, bei punteggi su quella dell’espresso e del gambero rosso, tempi belli e energici.

Pietro Leemann1995
Con Jean Bernhard Aegerter, grande fotografo anche lui di origine svizzera, pensiamo alla cucina e alla sua immagine. Facciamo esperimenti alimentari nella natura, al centro di un riale accendiamo un fuoco e cuociamo una zucca, in una fenditura di roccia facciamo colare una forma di formaggio. Cerchiamo con nuove immagini di unire immagine e natura. Scattiamo le foto per il libro “Colori gusti e consistenze nell’alta cucina vegetariana”, il mio libro fino ad oggi più bello e che diventa un’icona della cucina. Questo lavoro mi permette di fare un balzo in avanti per estetica e concettualità. Nasce uovo apparente.

Pietro Leemann1996
Finalmente arriva la stella Michelin, garante per una cucina vegetariana di qualità. In estate passo un mese mistico in un lago isolato del Canada, da questa esperienza nasce “Le fragole si specchiano nel lago”. Esperienza che mi permette di accentuare l’aspetto introspettivo della cucina, lo scopo del cibo è entrare in relazione con gli altri, con noi stessi e con il mondo fenomenico. I piatti del menu iniziano a diventare un modo per passare un messaggio agli ospiti.

Pietro Leemann1997
L’anno del Monte Verità, luogo sacro della cucina vegetariana. All’inizio del secolo scorso un gruppo di visionari fonda una comunità dove si ricercano i valori dell’esistenza. Teosofia e antroposofia si incrociano e trovano un terreno fertile che produrrà la nascita dei movimenti ecologiche naturalisti. Per affinità di pensiero vengo scelto per la gestione. Dopo un anno di successi non mi viene rinnovato il contratto perché non voglio cucinare carne. Nascono “scodella Angelo Conti Rossini” piatto in onore del mio mentore. E la crème de la crème, la versione di vaniglia dell’apprezzato chocolat.

Pietro Leemann1998
Anno di transizione, dedicato con foga alla realizzazione spirituale. Conosco Don Piero, parroco nel suo eremo a Vercio, sopra al lago di Mergozzo. Nelle sue pratiche dà enfasi al silenzio e alla meditazione. Passo con lui indimenticabili momenti di scambio e di conoscenza. Il mondo interiore mi stimola, inizio ad introdurlo nella cucina del Joia.

Pietro Leemann1999
Conosco Rosanna e un nuovo corso della mia vita inizia. A novembre ci sposiamo, a Dicembre nasce Romy. Tutto accade a trecento allora, sono ulteriormente felice. Mi sento fortunato, ogni cosa che ho desiderato l’ho avuta, dalle esperienze orientali, al lavoro nei ristoranti che mi piacevano, ad un ristorante mio e alla tenera età di 39 anni una famiglia. Da persona fin troppo seria divento giocoso e inizio a giocare anche con la cucina.

Pietro Leemann2000
Nascono la spirale del gusto, spaghetti all’italiana, frutti di bosco in altre consistenze (non quelle molecolari), gioco con colori e forme, rendo il cliente partecipe della gioia del cibo e della vita. Lavoro con le trasparenze e ricerco la Luce.

Pietro Leemann2001
Faccio una ricerca sulla naturalità del cibo, mi avvicino ai produttori, al ristorante propongo una scelta di 30 formaggi, tra cui quello del mitico Rodolfo Bernardini che vado a trovare sul suo alpeggio a Cravariola. Nonostante lui stia mangiando una marmotta mi rendo conto che la mia via può essere solo vegetariana e senza violenza. Il mio linguaggio inizia a cambiare, nascono ratatouille scomposta e raviolo rinascimentale.

Pietro Leemann2002
Anno tutto milanese, con escursioni stimolanti in Sicilia e in Alto Adige, due modelli per il buon vivere e il buon mangiare. Nascono La morbida pelle del latte (che si può anche toccare, Conserva musicale, Gong, Ben Essere, Elogio alla purezza.

Pietro Leemann2003
Con Rosanna comperiamo una vecchia casa ticinese che decidiamo di ristrutturare. Sentiamo il bisogno di un pied à terre in campagna, importante per l’evoluzione del paesaggio interiore. E’ fondamentale mantenere una relazione con il naturale e con le nostre radici. Nascono, La mia Charlotte, Lady Curzon, moglie del Vicere d’India, L’altro Gazpacho, La cerimonia del me.

Pietro Leemann2004
Grandi letture e voglia di costruire. Vivere in famiglia è straordinario e continua fonte di serenità. La mia creatività nasce da quella sorgente che ha portato sostanza al mio essere Nascono Con olio extravergine di oliva, Prima a sinistra e poi a destra, in solluchero, Kitsch.

Pietro Leemann2005
Vita di famiglia intensa, e anno di transizione. Tutto fluisce intensamente, così velocemente però da non lasciarmi il segno. Nascono, Melodia di base, Sequenza non casuale, Mikado, Volume crescente, Doppia energia. Ah, piatto nato da un suggerimento della mia figlia più piccola.

Pietro Leemann2006
Lavori strutturali all’interno del Joia, il fiorista accanto se ne va, acquisisco lo spazio e lo faccio diventare cucina, fatta su misura, molto moderna dove ho pensato alla soluzione migliore per ottimizzare il lavoro e per risparmiare energia, obbiettivo necessario in questo millennio. La qualità del lavoro. Pubblico con Electa il libro del gastronomo e poeta cinese Yuan Mei, coetaneo di Brillat Savarin. Faccio un parallelo tra le due cucine per individuare differenze, uguaglianze e sostanze. Il mio libro più dotto. Nascono Pane di pomodoro, Blub, Un sasso rotola, Etichetta non conforme, Contatto e consenso, Finta anatra alla pechinese.

Pietro Leemann2007
Conosco Marco Ferrini, straordinario divulgatore della cultura dei Veda che mi fa scoprire il mondo affascinante della “bhakti”, la ricerca del sommo amore per Dio, il creato e le sue creature. Studio l’ayurveda che mi conferma di essere sulla buona strada. Le buone scelte alimentari sono alla base di una vita piena e felice. Nascono Virtù, Perseveranza, Cibo per lo spirito, Felicità, Omaggio a Rudolf Steiner, grande mistico europeo.

Pietro Leemann2008
Con Giunti pubblico “I nuovi confini della cucina vegetariana”, mi dedico assiduamente ad allargare i suoi e i miei confini. Rendo la mia vita disciplinata, per ottimizzare la mia ricerca, unico modo per aspirare ad una vera evoluzione. Nascono Serendipity nel giardino dei miei sogni, Quello che mangerei ogni giorno, Come a casa, Elogio al piacere semplice, Per chi ama la verdura, dolce di verdure golose e dal grande successo.

Pietro Leemann2009
Ho tolto finalmente dal menu il pesce, mi sento finalmente coerente con le mie scelte di vita. Assieme a mio cognato ho seminato e raccolto 800 chili di grano saraceno. Il futuro è tornare al passato! All’interno del Joia apro Kitchen, Bistrot divertente; è necessario che la mia cucina sia democratica e non solo elitaria. Grazie ai miei preziosi collaboratori posso dedicarmi a progetti esterni al Joia la cui missione è quella di cambiare il mondo dell’alimentazione. Nascono Paesaggio interiore, Pro-fumo, All’orizzonte, Caro Gualtiero, Umami, il sesto gusto che affascina.

Pietro Leemann2010
Due viaggi stimolanti, uno a Shanghai, uno a New York. Constato quello che produciamo al Joia è all’avanguardia rispetto ad ogni luogo. Rosanna e le mie figlie mi hanno regalato uno Splüi, un rifugio scavato sottoroccia dove affinerò i formaggi. Progetto per un “farmers market” a Milano con la partecipazione dei contadini lombardi, mi offro come consulente per iniziare a cambiare l’alimentazione nelle mense milanesi e ticinesi. I bambini, se imparano a mangiare bene oggi avranno una vita più serena e produrranno un mondo migliore- Nascono Solaris, Milano Joia,2020, Zuccherino (zuccheri no), L’intimo piacere di fare la scarpetta, paesaggio interiore, Maggese, la versione solida di sotto una coltre colorata e molto altro. Sono ulteriormente felice.

Pietro Leemann2011
Anno importante. Compio 50 anni, li celebro con una grande festa in un bosco di Giumaglio, organizzata dai ragazzi del Joia. Arrivano amici da ogni parte, dal mondo culturale, artistico, familiare e spirituale. E naturalmente della cucina. Ad agosto sono finalmente accettato come discepolo da Shriman Matsyavatar Prabhu, guru della Gaudiya Sampradaya e grande divulgatore del sapere dei Veda, i testi sapienziali dell’India, il mio nuovo nome è Parameshvara dasa. La vita prende così felicemente un nuovo corso.

Pietro Leemann2012
Il Joia apre il bistrò anche a pranzo, grande successo! Volutamente un’immagine democratica di cucina sana per tutti. I contadini amici diventano sempre di più, gli approvvigionamenti biologici sono sempre più a chilometro zero, sogno di avere un orto fuori città e un alveare di care api sul balcone della casa di Milano. A novembre pellegrinaggio in India partendo da Kurukshetra, luogo dove si svolse l’epica battaglia che segnò il passaggio da Dvapararayuga alla nostra era presente, Kaliyuga. Quindi visito alcune città sacre, risalendo il Gange da Haridwar, a Rishikesh, fino a Devprayag, piccola città vicina alle sue sorgenti. Un viaggio affascinante, l’India conquista il mio cuore e mi svela la sua essenza facendomi incontrare luoghi e persone sante che mi svelano l’affascinante mondo della trascendenza.

Pietro Leemann2013
Qualche cosa è cambiato, l’attività di questi anni sta dando dei buoni frutti, mi chiamano a insegnare, a parlare dell’alimentazione vegetariana e della sua filosofia, a dare consigli anche in altri ambiti della ristorazione come quello artistico e scientifico, così la mia agenda si è infittita a dismisura. Soprattutto al Joia arrivano ospiti da sempre più lontano e sempre più motivati a uno stile di cucina proiettato al futuro Dopo alcuni anni di assidua applicazione dei principi etici e morali legati alle mie scelte spirituali, ricevo l’iniziazione di Brahmachari; al di là dell’aspetto formale ciò implica dedicarmi con reiterato impegno alla purificazione della coscienza e alla ricerca del Sè. Come in ogni attività il maggiore impegno dà risultati, osservandomi mi sembra che questa nuova acquisizione interiore mi ponga in una dimensione di maggiore chiarezza e mi sostenga nelle mie attività mondane e di divulgazione. Le responsabilità e gli impegni mi pesano meno, sento di far parte di un disegno più grande e perfettamente architettato, non mi preoccupo del raccolto che darà sempre buoni frutti.

Pietro Leemann2014
Scrivo e pubblico “Il sale della vita”, libro autobiografico dove racconto la mia trasformazione da onnivoro a vegetariano. Soprattutto osservo lo scorrere della mia esistenza nei suoi momenti più luminosi e in quelli che mi hanno cambiato profondamente, attraverso incontri che ne hanno scandito i ritmi e hanno determinato il mio essere attuale. Una riflessione anche sull’importanza di scegliere un cibo adatto, quale nutrimento per il corpo fisico e energetico, per la psiche e per l’anima. Siamo ciò che mangiamo e diventiamo ciò che scegliamo di mangiare. Con i ragazzi del Joia progettiamo e realizziamo, presso Cascina Caremma a Besate, il nostro orto in agricoltura sinergica. Uno stile agricolo teorizzato dal filosofo e agronomo giapponese Masanobu Fukuoka e messo a punto da Emilia Hazelip. Settimanalmente a turno andiamo a coltivare, raccogliere e togliere le erbe non commestibili, un’esperienza straordinaria per tutti. In una interessante veste di cuochi-agricoltori.
